Imprenditrice candidata al Comune di Palermo: un atto dovuto verso la città

Spesso in contrapposizione all'amministrazione pubblica che non ci aiuta, anche nelle più semplici pratiche burocratiche che invece di essere facilitate, sono rese più complicate, perché più complicazioni ci sono, ancor di più hai bisogno, e si possono coltivare orticelli personali di potere, togliendo del tempo prezioso alla nostra unica missione, cioè fare funzionare le aziende, rendendole efficaci e produttive.
Rispondiamo ogni giorno- prosegue Nadia Lo Bosco- alla necessità di tutelare economicamente i nostri dipendenti e le famiglie che dipendono dalla nostra attività.
Il desiderio di candidarmi al Comune di Palermo nasce dall'esigenza, per me diventata improcrastinabile, di non delegare ad altri la responsabilità di fare qualcosa per migliorare la nostra città. Per il lavoro che faccio, viaggio tantissimo sia in Europa sia negli Stati Uniti e osservo con invidia l'efficienza, la pulizia, il potenziale espresso dalle altre città, ad esempio la meticolosità dell'organizzazione delle città spagnole, la capacità ammistrativa delle città tedesche e così via, potremmo proseguire con tanti altri ben conosciuti esempi.
Non bisogna fare cose eccezionali, basterebbe copiare dagli altri. Immagino una città normale, dove i giovani partono, ma ritornano e portano con loro l'esperienza acquisita, la loro creatività. Una città funzionante è un luogo in cui si vive e si lavora bene, si creano reddito e benessere per tutti e un’amministrazione che funziona, di certo aiuta.
Cambia tono di voce l'imprenditrice, quando inizia a parlare di Palermo: non è una città funzionante, non lo è a causa di una cattiva gestione anche a causa di tutta la classe politica che ha responsabilità gravissime sul degrado, oramai sotto gli occhi di tutti. Nessuno di noi nella lista in cui mi sono candidata (Francesca Donato) è un disoccupato che cerca nella politica la soluzione con un gettone di presenza. Se vogliamo far rinascere la città, dobbiamo rinunciare a qualcosa ed è quello che accade quando un imprenditore deve dedicare tempo e risorse per fornire il proprio contributo con metodo e competenza, esattamente come gestire un'azienda.
Fare politica per un imprenditore non è una perdita di tempo, ma un atto dovuto se si vuole vivere in un posto migliore.
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Questa è un'intervista pubblicata il 23-05-2022 alle 10:51 sul giornale del 24 maggio 2022 - 127 letture
In questo articolo si parla di politica, intervista, Claudio Di Gesù
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